Precisazioni di un “crumiro” (Liberalizzazioni, parte III)

Lo “sciopero” degli avvocati è partito: l’adesione è massiccia, ma non davvero bulgara.
In ogni caso, la riuscita dell’astensione dipende, in ultima analisi, dai Giudici: il magistrato non è tenuto da nessuna norma di legge a rispettare l’astensione degli avvocati, a maggior ragione se non tutte le parti di una causa si astengono.
Così è capitato che certi giudici (per esempio, la Corte d’Appello civile di Venezia) prendessero atto dell’astensione dichiarata anche da tutte le parti in causa e procedessero comunque, sulla scorta del parere della Commissione nazionale per lo sciopero nei servizi essenziali che ha ritenuto non legittima l’astensione per le modalità con cui è stata indetta.
D’altra parte, il Tribunale Ordinario di Venezia, Sezione Distaccata di Portogruaro ha rinviato sic et simpliciter tutte le cause in cui almeno uno degli avvocati avesse dichiarato di astenersi.
A me è successo proprio così: i miei avversari si sono astenuti e i Giudici hanno rinviato, nonostante le mie contrarie richieste.
I miei Clienti non capiscono e si incazzano; e hanno tutte le ragioni.
Ho già detto che non condivido le ragioni di questa protesta, ma si tratta di un’opinione personale valida quanto quella contraria.
Sono le modalità che, invece, mostrano tutta la loro nefandezza e stupisce che gli avvocati — quantomeno, quelli in buona fede, che non scioperano per loro spicciola convenienza — non se ne rendano conto.
In buona sostanza, tranne per un discreto numero di eccezioni (cause di separazione e divorzio, procedimenti cautelari e urgenti, processi penali con detenuti o prossimi alla scadenza dei termini di prescrizione, etc.), l’avvocato che si astiene fa rinviare ad altra data l’udienza che lo vede interessato.
Che conseguenze soffre l’avvocato in prima persona a causa di tanto?
Nessuna: a differenza dei dipendenti, che perdono una parte del loro stipendio per ogni giornata di sciopero che effettuano, l’avvocato non patisce alcun impoverimento (anzi, non so quanti avvocati non addebiteranno comunque al loro cliente le competenze per la “partecipazione astensiva” all’udienza); in compenso, il cliente vedrà allungarsi di qualche mese la durata già insopportabilmente lunga del suo processo.
Cosicché, gli avvocati scioperano e i loro clienti ne pagano il prezzo.
Alla faccia del dovere di fedeltà al cliente che, al di là degli impegni contrattuali assunti dall’avvocato, è posto fra i primissimi nel Codice Deontologico forense!
D’altra parte, l’avvocato che riuscisse comunque a far svolgere l’udienza rischierebbe una sanzione disciplinare per non aver osservato il dovere di colleganza, nonostante i principi deontologici stabiliscano che il dovere di colleganza debba cedere di fronte al dovere di fedeltà!
Non che non ci siano, intendiamoci, validissime ragioni di protesta: la Giustizia italiana è allo sfascio totale, e i tagli contenuti nel decreto Bersani non faranno che darle il colpo di grazia; ma non ricordo negli ultimi anni analoghe, vibranti iniziative di protesta da parte dell’avvocatura italiana.
Non c’è che dire, quindi: questa protesta è un vero e proprio capolavoro di ipocrisia, anche perché non esercita nessuna efficace pressione sul Governo, che non ha quindi alcun concreto motivo per tornare sulle proprie decisioni (e, se hanno un po’ di palle, non lo faranno).
Faccio, perciò, una promessa: non aderirò mai più ad astensioni di tal fatta; se e quando, invece, si deciderà di protestare come si deve — cioè occupando i tribunali e impedendo lo svolgersi di ogni attività, così da andare tutti sotto processo per interruzione di pubblico servizio (art. 331 C.P.: è un reato punito con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da € 516,00 a € 5.164,00) — allora non mi tirerò indietro e sarò con i miei colleghi a rischiare in prima persona per difendere ideali e valori in cui credo.
Mi vergogno un po’, tuttavia, per aver fatto una promessa che so già che non sarò mai chiamato a mantenere.

2 Risposte to “Precisazioni di un “crumiro” (Liberalizzazioni, parte III)”


  1. 1 engi lunedì 31 luglio 2006 alle 4:46

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  2. 2 engi lunedì 31 luglio 2006 alle 4:49

    http://engi.wordpress.com/
    ecco, volevo dirti che ho traslocato “a casa di engi”. per il momento c’è ancora poco, ma conto di arredarlo presto. ciao ciao
    engi


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